Atterraggio lacustre

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A volte è bene fermarsi, lungo il trafitto. Il sentiero, talvolta, permette una sosta che rigeneri le energie dei viaggiatori e restituisca il fiato ai polmoni bramosi di respirare e nuove scariche adrenaliniche alla vista. Così ci si siede davanti al tramonto, incapaci di pronunciare una parola, un commento, un’opinione che aggiunga piume al vestito di raggi rosso fuoco delle acque. La bellezza si commenta da sola e ipnotizza l’intenzione: avanti, avanti tutta! Perché è lì che si nasconde il rimedio all’arsura, l’antidoto a tutti i mali, in quel luogo che non si rintraccia su nessuna mappa e che è impossibile da trovare. Esso si sposta come l’anima nostra, come una scia tratteggiata sul bordo di una spiaggia, sulla sua sabbia salmastra e ardente. Subito, con la rapidità di un occhiolino, la meta è già scomparsa e subito un’altra direzione ha preso sopravvento dentro di noi. E’ una perenne rincorsa. Un’inarrestabile necessità.

*
Le piccole gioie
Sono il galleggiare di un volo tremulo
D’un insetto che a malapena esiste
Nel suo striminzito batter d’ali
Nel suo dignitoso corteggiare un fiore
Per aspirare dal cuore
Il nutrimento del suo ronzio

*
Ed è la neve che scalda
Più forte di una grandine di sole
È proprio il suo manto a rivestire
La tempestosa concavità delle parole
Nel suo respiro crescono gelidi
I sospetti e le indecisioni
E si schiudono alla primavera
Prima di tramutare in splendidi soffioni

*

Il panorama dura un attimo soltanto
Solo un proscenio dell’opera teatrale
Quel che ripete il suo miracolo
È l’agitarsi del cuore oltre il previsto
La voglia di lasciarsi in balia
Di una vista che penetri il finito
Di una mano che tocchi il perfetto

*
Sono giganti gli angeli attorno ai fiori
Grandi come gocce di lava
Rilasciano inerti la loro presenza
Nel busto di uno sguardo che li cattura estatico
Anche gli alberi sanno dialogare
Tra loro l’intensità è un fracasso
Di vento sospinto più in là
L’abbraccio si estende oltre i tronchi
Conquista le fronde e si dirama verso l’azzurro
La terra sorride complice
Al sussurro incomprensibile
Delle foglie volanti

*

Lo sguardo attornia i fili d’erba
Dai fiori nasce l’essenziale
La polpa colora i polpastrelli
Di una nuova avventura
Tra gli arbusti misteriosi
Accanto agli argini degli elementi
La vita non va mai in vacanza
La vita non retrocede di un passo

*

Sembrava avesse sul capo una ragnatela
Una perfetta geometria di bianco lucente
Da lontano intimidiva lo sguardo
Che timido ritraeva la sua direzione
Mi deliziava quel gambo sospeso
Come se fosse un miraggio di pioggia

*
Si può riflettere sopra un riflesso
O specchiarsi narcisi dentro uno specchio d’acqua
E dentro si riscopre la provenienza
Di ogni verso poetico:
è l’azzurro del cielo
che simula il manto dei ruscelli

*

Avvertivo un sapore indefinito
Chiaro soltanto alla vista:
il tatto sentiva il sudore
l’olfatto le essenze sovrane
non compresi che ero distante
perché m’interessavo soltanto al capire
sgomberai i miei quesiti, mi rivestii d’ombra
e vidi chiaro il bianco di tutti i colori

Tra le spighe schiarite
Ci si sposta in punta di gomito
Il cuore striscia come un lombrico
Tra le gallerie della terra
Per beccarsi il mistero, ancora una volta,
e ancora una volta
rimanere sconvolto
da tanto clamore
da tanta dolcezza

*
La libertà è di chi spicca il salto
Oltre il pavido invito alla terra
Chi gorgheggia da un’incauta esplosione
Per destinarsi nuovamente al silenzio
Chi mai sazio di un nido formato
Ricerca la vita nei dirupi più immensi

*

Vorrei galleggiare con la stessa audacia
Poter abbracciare i raggi del sole
Stendermi tra uno zampillo e un incantesimo
E ondulare adagiato alla terra

*

Il lilla si incastra nella retina
Come una fata madrina comanda la carrozza
La formula magica è guardarla e tacere
Il ranocchio zompetta nell’immaginazione
I ricordi crescono dalle radici
Nel caleidoscopio delle mie tappe
La valigia è sul cuore, disfatta
È per le diottrie che ho sempre fretta
Ti rimuovere le ancore

*

L’abbraccio è una foglia pregiata
Che accalda la vicinanza con il suo svolazzare
Anch’io dondolo spiandone il tragitto
La mia farfalla è un circuito di passi
A me indecifrabili
Ma l’abbraccio con mano di piuma
Scappa subito e mi abbandona a me stesso

Le sorprese non si lasciano citofonare
Le si ritrova dietro il cassetto
Dietro il vicolo cieco
E aprono le valvole
E riassestano l’opinione
E in men che non non si dica
È tutto da riconsiderare

*

Squilla il tintinnio dell’ammirazione
Sosto tra i fiori
E mi ritrovo nel bivio:
proseguo o m’immergo?

*
Quando cadrai ti rivelerai leggero leggero
Nella polpa vivida del tuo sapore
Mi macchierò di arancia
Di peccato veniale
E addenterò omicida
La tua irrinunciabile squisitezza

*
Bisogna unire le corolle
per impastare efficacemente
Una nuova umanità
Bisogna imparare dagli echi dei fiori
Dagli sciami di vespe
Farsi pungere per rispondere all’appello
Di pace universale

*
La luce trapassa i fori
Irrompe furiosa dovunque decida
E tra i rami il timore che incorre
È che sottragga il sipario al grigiore
Che si inserisca nei cerchi degli alberi
Che sciupi la nebbia con rabbia
Che rinsecchisca spavalda
Il gravare delle nubi

*
Rimanevo abbagliato dai sospiri
Dal fruscio del pomeriggio
Prima che il riposo cogliesse le caviglie
Ancora in rotta per un’oasi lontana
Mi abbeveravo dalle policromie sorprendenti
Ridisegnavamo assieme il mappamondo
Anche i fiori piangono come coralli
Si seggono sul capo e riversano rugiada
Si riposano nell’offuscato ventre
Della terra che li accoglie
Ne ho visti in lacrime parecchi
Mi riscaldavano l’epitelio
Infervoravano l’allegria

*
Ho scoperto scrutando il mondo
Qual è lo spessore della pelle
Quanto spazio occupa la mia anima
Dentro la fierezza di queste carni
Quanto ego ho smaltito viaggiando
Quanti incontri hanno spento il languore

*
La fine non sancisce che un nuovo inizio
E lo sguardo ricade sulla frontiera
Sarà tempo di ripartire immediatamente?
I colori si sono affusolati nel ricordo
I profumi hanno formato una cassaforte
Tra i capelli soltanto la bufera
Di essere ritornati al punto di partenza
Dov’è che devo andare
Qual è la prossima destinazione?

Nell’illusione di essere a casa
Mi rigiro verso te, amore
Ricominci la ricerca
Riprendiamoci per mano…

Fine,

Capitano Aldo

xx

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