#Penetralia #day49

socchiudo gli occhi
con scatenata esuberanza
un incantesimo mi è caro
quando accarezzo le ginocchia
un fremito
corre verso l’orizzonte
emana l’energia esalata
come sbfuffo annoiato
come goccia sbocciata
in zampilli incandescenti
ora accesi ora spenti
o contagi o rasenti
la pelle che in dono
ho portato nel cosmo
un ombrello rifinisce l’orlo
dell’acquazzone che ha irrigato il tuo io
un maremoto sfinisce i miei sogni
nell’esaltazione poetica
di una ricerca senza fine
si riversa
s’io chiudo gli occhi

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#Penetralia #day48

tu sarai per me
il mio cledonomante
inseparabili come l’aspiratore scaltro
e il respiratore attento
come un’orchessa nei miei incubi
un’orchestra nei miei sogni
un gemellaggio onirico che avviene
ogni volta che ti immagino accanto

ma tu ami il regno del reale
la spaziatura abitabile dal concreto
le scadenze di rifiniture oggettive
e dimentichi
quant’è castrante vedere in un soffitto
un ammasso di legno, o mettallo, o acciaio
e non un cielo stellato, notturno Amazzonia
quando distesi scalzi in mezzo a un desiderio
si abbraccia caldo il proprio esotismo
si aggancia tenero l’esoterismo

vedo il tuo sorriso e mi sciolgo
come gettato inerme
nella botte delle Danaidi
mi rigetti dentro per inerzia
divertito dalla mia tenacia
non è così
che solitamente dispongo
gli accenti sopra il cuore

 

#Penetralia #day47

Baba diceva il vero
se ciò che ti esce dalla bocca
non è identico alla scappatoia del cuore
non pronunciarti mai
Oni si presentava mascherata
e guardala, anche lei fece una brutta fine
Meher aveva ragione da vendere
sullo spirito più di Terry Riley
ma insieme erano un assolo dispensatore
di primavere inoltrate
di autunni appena cominciati

se sbadigli ricorda la mano
un demone potrebbe sciuparti
insieme: bocca e cuore

quindi bada bene
basta un baratro percettivo
per sentirmi subito tuo
a tal punto da essere mio

#Penetralia #day45

come una distesa marina
la tua anima cangiante
diveniva trasparente
quando le mie mani raccoglievano un rivo
il blu profondo che ammiravo
rimanevo nel mio sguardo

il mutevole sorriso della mente
rimaneva per me un’amaca
debole, su cui stendevo le braccia
per fluttuazioni più decise

sarà stato un errore mio, forse
credere che il colore della pelle
fosse blu imponerabile
arso dal mio rosso
indissociabile dal vento

#Penetralia #day40

il lituus non lo lascio
sotto il balcone a casa tua
volesse il cielo ti scordassi
di dirmi che morirò in piedi come Salomone
non voglio mi raggiunga dopo
a squarciare la notte con un vocale

se batti la mia schiena come roccia
con la verga della tua malizia
non sgorgheranno le tribù
che mi avevi promesso
si fonderanno i fiumi del rancore
delle percosse a vuoto
così: tanto per dispiacersi

il motorino non lo lascio
sopra la veranda del tuo sogno lucido
volesse il suolo ti svegliassi
per dirmi che mi sto accostando a te
non voglio soffermarmi oltre
a squarciare la notte con una vocale

aggiungerei una consonante,
una m d’impiccio
che mi ha salvato la vita
alla tua O fasciante

#Penetralia #day39


alla scrivania, io sento
che il tuo passaggio è stato onda
scivolosa lungo i vetri
dell’anima mia

tu incantavi i miei occhi
come i sonagli di un serpente
dal futuro proposto sei uscito
per rimanere solco dentro

ho preso l’aratro per cercarti a lungo
negli occhi corvini brillavi di assenza
nemmeno in sogno ho ritrovato
la tinta dimenticata sul lavabo

tu eri un proncinto di meraviglia
è giusto che rimanga ad abitare
un palcoscenico celeste nubiloso

ed è giusto ch’io risieda
alla scrivania
e senta
che il tuo passaggio è stata onda
levigata lungo incavi
dell’anima mia

#Penetralia #day37

m’innamorerò di chi
saprà avvolgere i bucatini
come una lemniscata sopra la testa
di chi avrà un bacio sulla guancia pronto
quango gli preferirò ottocento pagine
del manuale di botanica

di chi saprà fingersi bagatto
per un’intera stagione estiva
e poi rivelarsi un guerriero del riso
di chi amando i miei tentennamenti
si avvarrà del diritto di combattere
fianco a fianco
contro i miei nervosismi

di chi dispiegate le mappe dell’incertezza
guiderà verso il sole la prudenza
con il timone dell’inadeguatezza
e la promessa di salto di traverso
per avere sempre, acciuffato del senso
un altro metro di universo

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#Penetralia #day35

Quando l’aria irrita la pelle
non intercetti più i segnali
scomodo diventi un herpes
che fagocita la rotta
e pungi come scorpione impaurito
il timore di lanciarti oltre
è allora che ritorni invisibile
alla strafottenza del branco
torni ad abitare il mondo
della tua solitudine
un abaton irrisolto e sbarrato

lì sei al sicuro

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